E inizio con l'ultima poesia che ho scritto dedicata a mia figlia.
Beatrice
quando avrai famiglia,
non t’angustiare
dopo pranzo
a pensare alla cena dei tuoi cari:
chiudi il catenaccio per un po’
esci, crea, leggi,
gioca, sogna,
ascolta musica
guardati un film
sorseggiando un po’ d’ansonica,
spiega l’ali
del tuo essere
evitando a refoli affannosi
di gettarvi biacca e soffocarlo
come fanno gli amici iniqui
e se l’uggiolina del malessere,
serpe attorcigliata all’albero,
strisciasse nello stomaco
non assecondarla,
schiacciale la testa,
di stoffe è pieno il mondo,
da qualche parte
c’è quella adatta a te.
Sandra
3 commenti:
Bella lirica, Sandra! Complimenti per il neo blog. Il web aiuta, anche, a ritagliarsi il proprio pezzo di "stoffa". Un caro saluto Marco
Bellissima lo sai...
Un bacissimo
Questa intimità nel dirsi ad un figlio nel linguaggio che più è proprio è il modo che si ha per dire se stessi, come si è, si è stati, come si è stati e non si poteva essere diversamente; ed al contempo è anche dire, semplicemente, senza porsi come un metro, dolcemente, ricordami. Bea è troppo sensibile per non saperlo. Tutto ciò è molto tenero, un abbraccio, tuo affezionato Sopravvissuto, degli Anni che -sono stati- inevitabilmente, per tutti noi, Marco m°m
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