martedì 29 maggio 2007

La giornata della segretaria



La pioggia picchia sulla persiana alzata a metà, ma la pagnotta va guadagnata.
Laura infila la giacca incerata, afferra la cartella.
Una volta uscita dalla portineria della sua casa, arriva a corsa all’entrata della metropolitana.
L’aria stantia, tipica della zona sotterranea la disturba.
Sulla vettura sta ritta, considerata la poca distanza casa – agenzia.

Giunta abbastanza bagnata nella stanza, spalanca la finestra, cambia l’aria.
Annaffia la pianta, leva una foglia secca, controlla l’umidità della terra della piantina grassa posta sulla mensola sopra la piastra elettrica.
La parola grassa la impressiona.
Dalla scorsa settimana effettua una dieta ferrea, consigliata da Anna, la sua amica erborista: all’alba una banana associata a una fetta biscottata, a metà giornata una mela, a cena una tisana alla passiflora. La mattina appena suona la sveglia, monta sulla bilancia. La dieta funziona, la pancia cala. A sera sogna la taglia quaranta.

Sfoglia l’agenda, controlla la scaletta della giornata.
Avvia la macchina, guarda la videata, la cosiddetta interfaccia grafica, seleziona un’icona.
Visualizza la posta elettronica privata, quella dell’azienda la guarderà nella tarda mattinata.
Posiziona la freccia, crea una cartella nuova, la rinomina. Seleziona l’icona, la trascina, la sposta.
Terminata una lettera lasciata a metà la sera prima, la salva, attiva la stampa.
Aperta una nuova finestra, appunta una nota, la sottolinea.
Alla rinfusa, dà una sistemata alla scrivania, trova una fattura, la liquida.
Stufa, fa una pausa. Va dalla collega nella stanza vicina, chiacchiera, fuma una sigaretta.

La giornata passa da una pratica all’altra, dalla risposta a una telefonata, alla stesura della prossima iniziativa, una mostra sulla storia della donna.
La mostra, fotografica, sarà dedicata a Maria Assunta Messina.
Maria Assunta Messina, donna bella, estroversa, giornalista curiosa, nell’epoca postbellica, approda a Baltimora, allora ancora una piccola cittadina americana.
Là collabora alla Rivista italiana “ Bella Italia “, cura la rubrica della posta.
Parla alla donna emigrata, l’ascolta, la consiglia, la guida. Conforta la massaia, sprona l’operaia.
Assunta considera una necessità prioritaria la parità della donna nella fabbrica, nella campagna, nella casa stessa.
Pioniera, ipotizza la nascita della nuova donna, anticipa la filosofia femminista sessantottina.
La sua popolarità aumenta, la sua firma diventa prestigiosa, Laura diventa famosa.
Continua senza tregua la sua attività: fonda la “Lega della donna italiana nella società americana.”
La lega forniva assistenza gratuita alla donna bisognosa, evitava la carità, stimolava l’autostima.
Laura viaggiava da una città all’altra. La sua persona emanava un’autorevolezza carismatica
Aveva personalità, forza, era una donna determinata.
Anziana, rientrata a Roma, minata da una misteriosa malattia morirà nella sua casa sull’Appia Antica.

Seduta sulla poltrona ergonomica, rimasta sola nell’ala nell’agenzia, Laura stira la schiena, allunga la gamba destra, l’appoggia sulla scrivania.
Ha la vista appannata dalla stanchezza. La storia dell’Assunta l’ha annoiata.
Nella schermata ancora illuminata nota una figura strana Sembra una vipera .
“Una vipera?”
Osserva la figura. La modifica .Clicca sopra, la vipera sguscia rapida dalla finestra. Calma striscia, passeggia sulla scrivania.
Gira tra la carta, abbraccia una scatola metallica attirata dalla figura impressa sopra.
La scatola casca a terra, la vipera penzola nell’aria..
Laura ha la muscolatura contratta, la testa vuota, la osserva paralizzata.
“ La tastiera ! “
Allunga la mano , arriva alla tastiera, consulta la guida, cerca la parola vipera . La trova.
Letta la procedura, la memorizza.
Attiva la finestra a tendina , nella barra della notifica cambia sequenza.
Nella lista apparsa, pigia "cancella".
Svelta la vipera rientra nella figura grafica. Laura disattiva la macchina. Sospira.

Respira, chiusa la porta , scesa la scala arriva nella strada.
Cammina, inspira , ripensa all’assurdità della dieta consigliata da Anna.
Nota un’insegna luminosa. La scritta “ Trattoria” lampeggia tentandola.
Entra, ordina pasta alla amatriciana
Quella dieta dà alla testa. Sarà costretta a sostituirla.



Sandra

domenica 27 maggio 2007

E...

Ebbrezza

Entri
ed è emozione
estrema,
euforica essenza,
effetto ebano.

Entrambi ebbri
esaltati,
esultanti,
esposti,
eccitati,
estromettiamo
esterrefatto
entourage,
eclissandoci.

Ed è eros, eros eccelso.




Egli

Eri eclettico.
Ero ebbra.
Eri eccelso.
Ero erotica.

Euforici,
esternavamo
esuberanti
effusioni.

Esauritasi empatia,
egli è esso
esso è
esilissimo
ex-esso.


Da “ Tautogrammi d’amore e d’amarore, Genova, Liberodiscrivere, 2005

lunedì 21 maggio 2007

Confessione


Confesso che ho creduto nella bontà della natura umana, nell’amicizia e nell’amore in ogni forma e dimensione, nel sacrificio della Croce, nell’avvento di una società che abolisse la condanna a morte e rispettasse le persone e tutte le culture.

Confesso di avere investito i miei poveri talenti in ideali senza gambe, in chimere di bambini recitanti a sera le preghiere, gli unici capaci d’amare senza fini.

Confesso che è stato bello credere nella parità dei generi, nell’onestà dei sindacati, nelle manifestazioni solidali, nei programmi elettorali, nella ricerca medica non finalizzata ai fini delle aziende multinazionali, nel sesso come mano dell’ amore, nel calore della mura familiari, nelle certezze degli insegnamenti, nella coerenza di chi mi stava a fianco.

Confesso di essere cresciuta, di non essere innocente, di aver usato le utopie a scudo della fragilità e dell’incompiuto generato dalle ferite ricevute nell’infanzia.



giovedì 17 maggio 2007

Isola di mare



Isola di mare galleggio
nei giorni di calma e bonaccia

per sparire nelle onde increspate
- quando soffiano i venti -

sopra un fondo sabbioso
circondato da alghe e da ghiaie

- tra altra acqua salata -
senza conoscere abbraccio di terra.

martedì 15 maggio 2007

Desiderio


Desiderio
Disegno di Anna Paola Civardi


La casa in cui desiderio tornare
ha camere ariose e nicchie
segrete in cui ritirarsi a sera
per riposare tra morbide stoffe,

non ha via, né porte, né finestre
è somma di ricordi traslocati
sorta sulle rovine dell’infanzia
La mia casa me la porto addosso.


Alessandra Palombo

lunedì 14 maggio 2007

Vita di paese




Dove i taxi schierati sull’attenti danno il benvenuto al trenino dei turisti e i negozi offrono merce, cinese o marocchina, si trovavano le donne alla finestre le chiacchiere per via, le fontanelle agli angoli, i macelli, con la carne appesa ai ganci, e i crocchi nelle piazze principali, polle rigogliose, più che quadri pittoreschi, prosciugate dal progresso che ha costretto le persone nei quartieri dormitorio e negli ipermercati la vita di paese.



domenica 13 maggio 2007

A cinquant'anni e uno



A cinquant’anni
e uno


A cinquant’anni
e uno
dalle giostre
in cui salivo
dai silenzi bui
serena
scivolo, nel guscio
senza uscita,
su una quiete
mai sentita,
mi amo
e non rimpiango.


La luna e il sole

La luna e il sole sono sulla stessa linea.
Passato in parte, in mano ai figli,
il timone dei traguardi
camminando lentamente
percepisco leggerezza.
Quel che pareva
impensabile posseggo.
Il bianco colorerò con calma.


In questa parte

In questa parte
del mio pellegrinare
la rabbia scaturita
da sassaiole inaspettate

flebile si smorza
tra i fiori che rallegrano
il mio incedere sbilenco,
e l’impeto è ricordo,

rammarico che sfuma.