giovedì 22 marzo 2007

6. La Biblioteca di Napoleone I° all'Isola d'Elba. Storia di una tesi di laurea "che ha vinto...il premio Strega" e non solo...

Se mi capiterà di ritrovare gli articoli dell’epoca mi divertirò a confrontare le frasi apparse sulla stampa con quelle della mia tesi e delle mie pubblicazioni. Purtroppo il narcisismo non aveva attecchito bene dato che non so proprio dove li ho riposti. Mi auguro di non averli buttati via per sbaglio.
Comunque la mostra “Lector in insula” fu l’evento clou dell’estate elbana del 1989 e numerosissimi i visitatori casuali ( In Toscana, le residenze napoleoniche sono seconde solo agli Uffici come numero di visitatori) e quelli interessati. Giornalisti, uomini di cultura come Giulio Einaudi, Giovanni Spadolini, storici, appassionati , semplici curiosi andarono a visitarla per vedere i libri appartenuti a Napoleone, quegli stessi libri che avevo trasportato nei sacchetti di plastica della Coop Toscana Lazio dal museo della Villa dei Mulini alla casa del conservatore onorario per catalogarli e che stavano ora nelle bacheche, controllati a vista dagli operatori museali e da un sistema antifurto!
Durante l’apertura della Mostra, dopo l’inaugurazione, non venni più cercata da nessuno.
Andò la Rai a fare una trasmissione, ma lo seppi dalla televisione, quando vidi il servizio alla TV per caso. Nel frattempo, la chiusura dell’esposizione che era stata fissata per il 30 settembre, fu prorogata al 31 ottobre e in quel periodo mi beccai una bella bronchite.
Stavo riguardata a casa, in attesa di guarire, quando mi giunse una telefonata da parte del direttore dei Musei: sull’isola, si stava svolgendo un convegno di storici, organizzato dal Centro Nazionale di Studi Napoleonici, e i partecipanti avevano richiesto una visita guidata alla mostra.
Un po’ indispettita dal fatto che non si erano mai degnati di coinvolgermi quando dovevano parlare alla televisione o rilasciare interviste sui giornali o in occasione di visitatori di riguardo, feci presente che potevano illustrarla loro, che stavo poco bene.
Ma il Direttore mi rispose che il lavoro era il mio: in breve , davanti agli storici c’era bisogno di me.
Stavo male, avevo gli occhi gonfi e un raffreddore che mi faceva lacrimare gli occhi. Chiesi aiuto alla professoressa Tavoni, la relatrice della mia tesi che si trovava sull’isola. In fondo la tesi era mia, ma anche sua. Invece niente. Mi disse: il lavoro è tuo, tappati bene e vai.
E imbacuccata …andai nel giorno e nell’ora concordata.



(continua)
Sandra

1 commento:

Antonio Di Giorgio ha detto...

Letto carissima, letto e apprezzato. Tvb. e coraggio