mercoledì 7 marzo 2007

2 - La Biblioteca di Napoleone I° all'Isola d'Elba. Storia di una tesi di laurea "che ha vinto...il premio Strega" e non solo...


Con grande timore, dato lo spessore del personaggio, iniziai a lavorare.
Cominciai a ricostruire la formazione culturale di Napoleone, su tre piani, l’ambiente corso e la lotta per l’autonomia dalla Francia, gli studi nei collegi militari e le letture extrascolastiche - quindi analizzai le prime biblioteche personali ,dai libri che riunì per la battaglia d’Egitto, a quelle della Mailmason , delle Tuileries e di Trianon sino ad addentrarmi nei due cataloghi della biblioteca da campagna ideale, sogno che non realizz, ma alla cui preparazione aveva lavorato con cura tanto da indicare al bibliotecario oltre agli argomenti anche il formato dei libri e la disposizione nelle casse che dovevano contenerli.
In questo percorso il militare e il politico si innestavano con naturalezza nell’uomo Napoleone e nelle sue radici.
Pur avendo scelto personalmente i suoi bibliotecari, (Denina, Ripault e Barbier), leggendo le lettere a loro indirizzate, risalta la sua attenzione verso le singole opere e soprattutto al messaggio che contenevano. L’aspetto esteriore della legatura o alla rarità dell’edizione non lo interessavo, per l’uso privato.
In parallelo mentre scoprivo un Napoleone uomo che usava il libro come strumento di arricchimento personale e di lavoro, anticipando la figura del moderno lettore, scavavo nelle carte d’archivio, nella corrispondenza di Napoleone stampata, e nei libri che parlavano dell’esilio elbano.
Mi muovevo piano. Troppo è stato scritto su Napoleone Bonaparte ed era facile dar credito a testi non veritieri, a diari dove spesso la leggenda veniva spacciata come realtà.
Riuscii comunque a scrivere la storia della biblioteca di Portoferraio, partendo dai libri che selezionò nelle raccolte del castello di Fontainebleau perché gli venissero spediti all’Elba, prima della partenza, 186 opere, per un totale di 935 volumi.
Sull’isola poi ampliò la sua biblioteca con i libri che appartenevano al locale Corpo del Genio, con quelli che si fece prestare dallo zio Cardinale Fesch e con altri che acquistò in varie città italiane nel breve periodo del suo soggiorno elbano.
Grazie alla segnalazione del Prof. da M. Fernand Beaucour, presidente della Société de Sauvegarde du Chateau Impérial de Pont-de-Briques de Levallois Trovai alla alle Archives Nationales di Parigi, l’inventario generale della biblioteca , un documento , composto da 42 pagine manoscritte, venduto ad un’asta tenutasi nella capitale francese nel 1982.
Sin dall’inizio del lavoro avevo cominciato a catalogare i libri rimasti all’isola,che nessuno aveva pensato di schedare secondo le moderne tecniche di catalogazione.



(continua) Sandra

1 commento:

Antonio Di Giorgio ha detto...

Be' l'atmosfera era, è gotica. Insomma è bella questa descrizione.

Quando leggo di te in questo modo ripenso un po' a certe letture d'inizio Novecento. Stesse arie, stessi archetipi: ottimo lavoro